Il collettivo Io l’8 ogni giorno esprime la sua solidarietà alla ex giornalista RSI
Paola Nurnberg, ex giornalista RSI, subisce molestie sul lavoro e viene demansionata, perde il suo posto di primo piano come conduttrice del TG per passare all’informazione radio e in seguito viene licenziata per un post che esprime la sua opinione personale. Un agire arbitrario da parte del servizio pubblico radiotelevisivo, il quale era stato travolto da un vortice di denunce per molestie e mobbing da parte di alcune collaboratrici e collaboratori. Il tutto conclusosi in un nulla di fatto.
Essere licenziata per un post è davvero possibile? Apparentemente sì. Le collaboratrici e i collaboratori RSI devono seguire delle linee guida quando si esprimono sui social network. Il post di Paola Nurnberg, nel quale sollecitava una presa di coscienza collettiva rispetto alla propaganda politica delle destre, ha fatto scattare la mannaia del licenziamento, in assenza totale di un ammonimento. Pare proprio ci fosse dell’altro, questioni assai più difficili da gestire per un ufficio delle risorse umane preso d’assalto da diverse donne che hanno cercato di denunciare le molestie subite. Paola Nurnberg era stata spostata d’ufficio, senza possibilità di tornare al suo posto, dopo la segnalazione delle molestie. Una pratica che assomiglia a una punizione che in realtà avrebbe dovuto essere inflitta al molestatore e non alla vittima. Dopo aver trovato il coraggio di denunciare quanto subito, Paola Nurnberg diventa vittima impotente anche delle politiche del suo datore di lavoro, di una gestione del personale retrograda che ha garantito al molestatore di poter mantenere indisturbato il proprio posto di lavoro. Siccome erano aumentate le pressioni sull’ufficio del personale, quando Paola Nurnberg ha pubblicato il post incriminato [“Il pensiero della destra (non solo in Italia) attecchisce perché non è elaborato. È semplice, è di pancia, fa credere alla gente di essere nel giusto e di non avere pregiudizi. Concima, insomma, l’ignoranza. Sta alle singole persone scegliere se evolvere, emanciparsi, oppure no”] sembra sia divenuto il facile pretesto per un allontanamento dall’azienda.
Il collettivo Io l’8 ogni giorno denuncia queste pratiche arretrate del mondo del lavoro e nella fattispecie del servizio pubblico, per cui le vittime di molestie non vengono tutelate, ma demansionate, spostate d’ufficio e addirittura licenziate con pretesti assurdi. Paola Nurnberg non è sola. Secondo le statistiche una donna su tre subisce molestie sul lavoro e nonostante esistano direttive e leggi, la maggior parte delle aziende non mette in atto nemmeno le misure di sensibilizzazione minime raccomandate. Paola Nurnberg è una delle tantissime donne che hanno subito molestie sul posto di lavoro. Oggi è necessario un ampio dibattito pubblico su questo tema, che porti a delle misure efficaci di prevenzione e di denuncia e metta fine all’impunità degli aggressori.
Sorella noi ti crediamo.
Collettivo Io l’8 ogni giorno