In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, il collettivo femminista Io l’8 ogni giorno, denuncia l’utilizzo sistemico del maschile sovra esteso nella comunicazione pubblica e istituzionale. Un esempio lampante di questo problema è sotto gli occhi di tutte, nella campagna comunale sui servizi sociali presente nelle strade della città di Lugano.

L’assenza di un linguaggio ampio e aperto ad altre sensibilità di genere è una forma di violenza strutturale di cui le donne sono vittime quotidianamente. La lingua, infatti, non è solo uno mezzo di comunicazione, ma riflette e quindi rafforza le strutture di potere esistenti nella società. Quando il maschile generico pretende di rappresentare l’intera collettività, le donne vengono sistematicamente rese invisibili. Così facendo si rinforza l’idea che l’esperienza maschile sia quella universale, mentre quella femminile sia marginale e subordinata. L’uso di un linguaggio declinato solo al maschile mantiene e alimenta gli stereotipi di genere che sono alla base di ogni forma di violenza, non solo quella fisica ma anche quella simbolica, che si manifesta nelle norme sociali e nei comportamenti quotidiani, imponendo così una visione del mondo che esclude e relega le donne in secondo piano.
Usare un linguaggio ampio (ad esempio attraverso l’uso di forme neutre o il riconoscimento esplicito di donne, uomini e altr*) potrebbe contribuire a un cambiamento culturale potenzialmente rivoluzionario. In altre parole, il linguaggio è un campo di battaglia fondamentale per la costruzione di una società più equa e rispettosa.
Una società che dovrebbe estirpare anche tutte le altre forme di violenza patriarcale che le donne subiscono ogni giorno: dalla discriminazione salariale alla violenza domestica, dalla violenza economica a quella sessuale, dal mancato riconoscimento del lavoro di cura alla sotto-rappresentazione pubblica.

Per questo è dunque necessario portare avanti una lotta globale e costante per rendere visibili le donne e difendere i loro diritti.
Collettivo femminista Io l’8 ogni giorno