Perché io lotto?
Lo sforzo non finisce mai. La libertà non è mai definitiva, ogni generazione deve conquistarsela.Siamo un gruppo di donne, apartitico e aconfessionale, che lotta contro le discriminazioni di genere, contro il patriarcato e per costruire una società migliore per tutte e tutti.
Il nostro è un femminismo intersezionale, che vuole battersi per l’emancipazione di tutte le donne e non solo di una minoranza di noi.
- Lottiamo contro la violenza maschile in tutte le sue forme.
- Lottiamo contro le discriminazioni di genere, contro gli stereotipi sessisti.
- Lottiamo nel mondo del lavoro.
- Lottiamo nelle scuole.
- Lottiamo nella sfera privata.
- Lottiamo nelle strade.
- Lottiamo ogni giorno.
Ci siamo incontrate nel 2017 e ci siamo battute contro l’innalzamento dell’età pensionabile delle donne.
Abbiamo sentito il bisogno di continuare ad incontrarci, di discutere insieme ad altre donne, di scendere in strada per far sentire la nostra voce e continuare ad ascoltare le voci di altre donne, svizzere, straniere, casalinghe, lavoratrici, madri, lesbiche,…
Dopo l’8 marzo non ci fermeremo, perché per noi è l’8 ogni giorno.
Discriminazione e violenza sulle donne sono temi sempre attuali!
Spesso siamo vittime di violenza proprio nei luoghi nei quali dovremmo sentirci più protette: la famiglia, le relazioni di coppia o anche la scuola e il luogo di lavoro. Sono luoghi che dovrebbero basarsi su relazioni di rispetto e di fiducia, ma nei quali spesso prevalgono rapporti di potere e relazioni basate sullo sfruttamento e la discriminazione che ci mettono in una situazione di vulnerabilità.
In Svizzera e in Ticino non è diverso
Nello stesso anno, la violenza domestica ha causato 19 vittime perlopiù donne (95%) e persone adulte (95%). Il 63% di questi omicidi è avvenuto nel rapporto di coppia.
In Ticino ogni giorno si segnalano alla polizia 3 casi di violenza domestica.
L’aumento delle forme più gravi delle violenze e della loro efferatezza da partner ed ex ci induce a pensare che ciò possa essere una risposta proprio alla nostra maggiore consapevolezza. E’ il caso dei molti episodi di femminicidio, la cui causa scatenante è la volontà messa in pratica o solo enunciata della donna di voler interrompere la relazione violenta o semplicemente la relazione. Donne uccise per il fatto di essere donne, donne che si ribellano e vogliono sottrarsi all’autorità maschile, donne “colpevoli” di voler affermare la propria libertà.
Mezzi di comunicazione e giustizia: come ci dipingono?
Quante volte abbiamo sentito dire: “l’uomo è cacciatore e la donna è preda”, “guarda quella come va in giro, poi si lamenta se la stuprano”? Quante volte abbiamo sentito dire “se l’è cercata”? Quanti commenti odiosi siamo costrette ad ascoltare davanti ad ogni gonna corta, ad ogni maglietta scollata, ad ogni donna che rivendica il suo diritto di vivere la propria vita e la propria sessualità come meglio crede?
Le tante forme della violenza sulle donne
Inoltre, malgrado siamo maggiormente presenti sul mercato del lavoro, spetta sempre a noi svolgere la stragrande maggioranza del lavoro di cura e domestico non riconosciuto. Con un carico di lavoro che diventa eccessivo e molto logorante.
Questo fa si che molto spesso come donne non possiamo permetterci di vivere da sole e di avere una vera autonomia economica che ci permetta di autodeterminarci. Quando poi le donne si trovano a vivere in famiglie monoparentali questo elemento diventa ancora più preoccupante, le famiglie monoparentali (nella stragrande maggioranza dei casi composte da donne) sono tra le categorie più toccate dalla povertà, economica e sociale. O ancora, quando le discriminazioni di genere si intersecano con quelle razziali, come nel caso delle donne migranti, sono proprie le nostre leggi sempre più disumane nei confronti degli stranieri e delle straniere a fragilizzare e indebolire le possibilità di resistenza, di dire “no” alla violenza.
La nostra libertà è sempre più sotto attacco, qualsiasi scelta è continuamente giudicata e ostacolata. E’ merito del movimento politico delle donne se oggi si parla diffusamente di violenza maschile contro le donne, di discriminazione nel mercato del lavoro, di autodeterminazione e possibilità di decidere della nostra vita.
Crediamo sia venuto il momento di rimettere al centro del dibattito politico e sociale la questione delle discriminazioni contro le donne, cominciando a fare del prossimo 8 marzo una giornata di lotta e di mobilitazione che dia visibilità alla nostra dignità di donne e alla nostra volontà di autodeterminazione.