Parlare di autodifesa delle donne significa affrontare il tema della violenza da un’altra prospettiva, che va ben oltre la rappresentazione delle donne come vittime inermi e destinate a subire passivamente forme di violenza maschile. Recuperare, riscoprire e valorizzare le esperienze femminili e femministe di autodifesa nel corso dei secoli restituisce una molteplicità di vissuti che fino ad oggi sono stati poco studiati e che quindi sono rimasti pressoché ignoti.
Un intreccio di storie che racconta come le donne, nel tempo, siano riuscite a far diventare il problema della violenza una rivendicazione politica oggi ancora estremamente attuale.
Tra gli esempi più interessanti ci sono le donne del primo femminismo, le jujitsuffragettes, che ricorrevano alle arti marziali come strumento di autodifesa militante.
Altre forme di autodifesa hanno avuto un carattere più legato all’immaginario, come gli spari dell’artista Niki de Saint Phalle contro le immagini del padre abusante, emblema del patriarcato. Altre storie ancora analizzano la questione del diritto alla “legittima difesa” da un punto di vista più giuridico, di come cioè, nella storia, le donne che hanno ucciso o tentato di uccidere per proteggersi da uomini violenti siano state giudicate nei tribunali. Donne che sono quasi sempre condannate senza nessuna attenuante, né di carattere penale né culturale.
La storia dell’autodifesa è poi una storia di pratiche collettive, che non sono rivolte solo a sé, ma sono anche per tutte le altre. Un modo di agire comune e condiviso che è risultato il più efficace, perché capace anche di accogliere e supportare.
Sono questi alcuni dei temi al centro del volume pubblicato da Viella lo scorso 25 novembre e curato dalle storiche Simona Feci e Laura Schettini, L’autodifesa delle donne. Pratiche, diritto e immaginari nella storia. Un testo che non si esaurisce in una narrazione storica, ma si propone anche di essere un “manuale di autodifesa femminista”, ove sono annoverate una serie di pratiche che fungono da fonte di ispirazione.
Il libro sarà presentato dal Collettivo Io l’8 ogni giorno il 31 gennaio, alle 18.30, nella Sala E del Palazzo dei Congressi di Lugano, alla presenza di Laura Schettini, co-curatrice del saggio e docente di storia delle donne e di genere all’Università di Padova. Vi aspettiamo numerose/i/u.