Congedo parentale: NO a una falsa “parità” sulle spalle delle donne!

28 Maggio 2025 | Lottiamo ogni giorno

Nella Svizzera italiana non ne ha parlato praticamente nessuno, ma venerdì 23 maggio, a Berna, la Commissione della sicurezza sociale e della sanità del Consiglio nazionale si è espressa a favore dell’introduzione di un congedo parentale. Una buona notizia? Al contrario, si tratta di un ennesimo attacco ai diritti delle donne! Sì, perché il progetto non propone un congedo parentale come un periodo aggiuntivo agli attuali congedi maternità (14 settimane) e paternità (2 settimane), ma come semplice sostituzione di questi due congedi con un congedo parentale di 16 settimane complessive! 
In parole povere: non un giorno di più di congedo per le famiglie, ma minori protezioni e tutele per le madri! 

 
Come collettivo Io l’8 ogni giorno condividiamo la rabbia e la presa di posizione dell’Eidgenössischen Kommission dini Mueter (EKdM), un gruppo femminista di donne e madri che da anni si batte in Svizzera per un reale riconoscimento del lavoro domestico e di cura, che pesa ancora in gran parte sulle spalle delle donne.
 
16 settimane di congedo parentale sono una proposta semplicemente ridicola: la Svizzera è e resterà con tale progetto il fanalino di coda a livello europeo in ambito di congedi per neogenitori. Ma quel che è peggio è che tale pericoloso arretramento dei diritti delle donne è venduto come un passo avanti verso “la parità di genere e la conciliabilità famiglia/lavoro” (sic!). Con la scusa della parità si vogliono cancellare tutele conquistate con fatica.
 
No a un congedo parentale a spese del congedo maternità

La genitorialità si può condividere. La gravidanza, il parto, l’allattamento no. La gravidanza e il parto sono un’esperienza molto pesante. Le madri hanno diritto a un periodo di riposo e di adattamento con il bambino o la bambina, per allattare, recuperare le forze e garantire l’instaurarsi dell’attaccamento sicuro con la/il neonata/o. 
Un unico congedo parentale di 16 settimane da condividere tra i genitori rappresenta una minaccia per le tutele nei confronti delle madri: questa flessibilità faciliterà le pressioni da parte dei datori di lavoro sulle neo-madri affinché rientrino al lavoro prima delle attuali 14 settimane di congedo. Un maggior investimento dei padri nel lavoro di cura è importante, ma è assurdo pensare che questo possa avvenire a spese della protezione della maternità.
 
Per un congedo maternità completo e al passo con i tempi


In Svizzera, da 20 anni sono previste solo 14 settimane di congedo di maternità, con un’indennità pari all’80% dello stipendio. Ciò significa poco più di due mesi di salario per un lavoro essenziale. E nemmeno per tutte: le madri contadine, ad esempio, non ricevono nulla. Solo il 18% delle madri che lavorano torna al lavoro dopo 14 settimane, per lo più per necessità economica. Molte prolungano il congedo a proprie spese, se possono permetterselo. L’OMS raccomanda sei mesi di allattamento al seno, ma negli ospedali elvetici gli opuscoli distribuiti alle neomamme indicano 4 mesi come periodo sufficiente per svezzare un bambino o una bambina! La legge svizzera è molto indietro ed è dunque essenziale che il congedo maternità venga prolungato ben oltre le attuali ridicole 14 settimane (triste record minimo europeo!)
In Svizzera, inoltre, non esiste una protezione della maternità garantita dalla legge durante la gravidanza. Chi ha bisogno di lavorare meno in questa fase delicata di stress fisico deve ricorrere a un certificato medico. È necessario un congedo maternità prenatale per tenere conto di una situazione di vita particolare che richiede tempo, attenzione e protezione. 
 
Per l’introduzione di un congedo parentale AGGIUNTIVO e FLESSIBILE di almeno 1 anno


Sosteniamo la proposta, ispirata ai modelli scandinavi, di un congedo parentale retribuito e flessibile di almeno un anno, in aggiunta ai congedi già esistenti. Un modello che tenga conto della diversità delle tipologie familiari e che possa includere anche le esigenze delle famiglie monoparentali, adottive, arcobaleno, ecc. 
 
Basta con la cosiddetta “parità” quale arma per attaccare i diritti delle donne, vogliamo una società femminista capace di porre al centro il lavoro di cura e in cui la conciliabilità non si traduca in sempre nuove strategie per mettere le nostre vite al servizio dell’economia capitalista.
Anche per questo il prossimo 14 giugno manifesteremo a Bellinzona e in tutta Svizzera.

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