Per il quarto anno consecutivo, in occasione del 14 giugno 2022 il collettivo femminista Io l’8 ogni giorno si mobilita e torna in piazza.
Quest’anno torniamo a manifestare per chiedere misure urgenti ed efficaci contro la violenza maschile sulle donne.
Abbiamo pubblicato la scorsa primavera un Piano d’azione femminista per l’eliminazione della violenza sulle donne, in cui abbiamo presentato una lista di proposte concrete, applicabili fin da subito. Ma non siamo state ascoltate. Siamo scese in strada numerose volte, in vari luoghi del Cantone, per far conoscere le nostre rivendicazioni. Ma non siamo state ascoltate.
Il cosiddetto Piano d’azione cantonale sulla violenza domestica, non contiene praticamente nessuna delle misure da noi richieste. Misure che riprendono in larga parte quanto previsto dalla stessa Convenzione di Istanbul o quanto già applicato in altri Cantoni o nazioni. Mentre altri paesi avanzano investendo risorse nella prevenzione della violenza sessista, nella protezione delle vittime e negli adeguamenti legislativi, in Ticino si continua a fingere che tutto va bene.
Il 14 giugno scenderemo di nuovo in strada per ribadire che siamo stufe di aspettare. Ci sono strumenti validi ed efficaci per contrastare le varie forme di violenza contro cui noi donne dobbiamo lottare, a cominciare con un numero unico anti-violenza, attivo 7 giorni su 7 e 24 ore su 24, gestito non dalla polizia ma da personale (prevalentemente femminile) qualificato.
Un numero unico per poter essere ascoltate, credute, accompagnate e orientate.
Un numero a tre o quattro cifre, facile da ricordare, come ad esempio 146 o 1406.
Chiediamo anche:
- che siano aumentati i posti di accoglienza nelle Case delle donne, rispettando finalmente le raccomandazioni della Convenzione di Istanbul,
- che siano aperti nelle principali città dei centri anti-violenza, in grado di offrire ascolto, accompagnamento e sostegno a tutte le vittime delle diverse forme di violenze sessiste e sessuali,
- che venga attuata una politica di accompagnamento attivo nei confronti delle vittime, ossia che ogni vittima possa venir contattata da personale qualificato e ricevere tutte le informazioni sui servizi e gli aiuti esistenti per uscire dalla situazione di violenza
- che venga introdotto un reddito d’emergenza transitorio per facilitare alle vittime il percorso di liberazione dalla violenza
- l’introduzione negli ospedali di un codice di soccorso specifico per le vittime di violenza, su modello del codice rosa italiano
- l’utilizzo di dispositivi salvavita per le vittime e braccialetti a sorveglianza attiva per gli aggressori
Servono anche cambiamenti a livello legislativo, in particolare:
- una legge sullo stupro fondata sul principio del consenso (“solo sì è sì”)
- adeguare la Legge sugli stranieri alle raccomandazioni della Convenzione di Istanbul per offrire una reale protezione alle donne migranti vittime di violenze sessiste e/o sessuali
- l’attribuzione dell’autorità parentale esclusiva in caso di violenza domestica e la proibizione di qualsiasi forma di mediazione imposta o di incontro con l’ex-partner violento
- che le molestie sui luoghi di lavoro o di formazione vengano equiparate alle discriminazioni e che valga dunque l’alleggerimento dell’onere della prova.
La lotta alle violenze maschili sulle donne deve diventare una priorità. Le soluzioni ci sono.
Martedì 14 giugno alle 18.00 venite tutte e tutti in Piazza Governo a Bellinzona, portate i vostri telefoni e facciamo sentire la nostra voce!