25 novembre: insieme contro le violenze sessiste

20 Novembre 2023 | La piazza si conquista, sciopero femminista!

Negli ultimi anni il movimento femminista è sempre più spesso sceso in strada per far sentire la sua voce contro il sessismo, le discriminazioni e la violenza machista in tutte le sue forme. Questa nuova ondata di mobilitazioni sta certamente contribuendo a un importante cambiamento di mentalità in seno alla società. Le violenze sessiste e sessuali, così come le diverse forme di sfruttamento e discriminazione nei confronti delle donne e delle persone LGBT*, sono sempre più al centro dell’attenzione e – grazie a queste lotte – sono già stati compiuti alcuni piccoli, ma importanti, passi avanti.

È, inoltre, preoccupante il fatto che sembrano diffondersi sempre più – a vari livelli della società e del mondo politico – idee chiaramente misogine, omofobe e retrograde, con l’obiettivo di ristabilire l’ordine patriarcale.

La violenza contro le donne è un fenomeno strutturale. Le discriminazioni economiche e sociali nei confronti delle donne sono in stretto rapporto con la violenza che ci colpisce e con le nostre reali possibilità di difenderci da queste violenze. La maggior parte delle violenze contro le donne non avvengono in strada, avvengono all’interno della famiglia o nel mondo del lavoro. Ed è evidente il legame tra queste violenze e la condizione femminile in casa e nel mondo del lavoro. Ancora oggi è oggettivamente difficile per molte donne denunciare un collega o un datore di lavoro che ha comportamenti inappropriati, o lasciare un marito o un compagno violento. La difficoltà di raggiungere una vera autonomia economica ostacola la possibilità di autodeterminazione delle donne, la possibilità di sottrarsi a violenze e soprusi. Senza dimenticarci delle difficoltà specifiche delle donne d’origine migrante, confrontate a un inasprimento dell’applicazione della legge sugli stranieri e delle politiche di asilo. 

La crisi economica che si fa sempre più sentire colpisce e colpirà in modo particolarmente diretto noi donne! La povertà ha sempre più un volto femminile: madri monoparentali, donne sole, pensionate. Quante di noi portano sulle proprie spalle l’intero peso del lavoro non retribuito? Quante lavorano una vita intera non pagate o mal pagate per poi percepire rendite pensionistiche da miseria?

Servono mezzi e risorse supplementari per lottare contro la violenza maschile sulle donne, non politiche d’austerità e di tagli. 

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