In questi giorni in cui si sta avvicinando lo Sciopero femminista ho sentito spesso la domanda “Perché le donne scioperano?” o affermazioni come “Non ha più senso fare uno sciopero dopo quello del 2019!”. Sentendo frasi di questo tipo penso subito che la persona davanti a me sia poco informata o non sensibile alle tematiche femministe oppure che non abbia la mia medesima idea di femminismo.
Allora mi sono ritrovata a pensare alle peculiarità dei femminismi – esatto avete letto bene, al plurale – e alla straordinaria forza del femminismo che il collettivo Io l’8 ogni giorno, di cui faccio parte, porta avanti come riflessione e che è intrinseco in ogni azione delle mie compagne. Parlo di un femminismo che è prima di tutto intersezionale, di un femminismo che parte dal basso e che al basso guarda. Un Basso che è fatto di marginalità e resilienza, solidarietà e creatività. Un Basso che è in grado di far sentire la propria voce fino alla più alta carica istituzionale e all’interno della cucina della più umile abitazione.
E questa voce chiede con forza un mondo libero, plurale e solidale. Le zone di marginalità e di confine hanno conquistato il resto della superfice abitata, ogni luogo è ora una zona di passaggio, di scambio e di accoglienza. Un mondo in cui il sistema economico promuova la ridistribuzione della ricchezza e la solidarietà tra le persone e le comunità. In cui il lavoro riproduttivo svolto dalle donne, che sostiene il mondo, sia riconosciuto e valorizzato. Le piante, gli animali e le persone convivono in perfetto equilibrio e il pianeta, e il nostro stesso futuro, è tutelato e preservato perché la biodiversità e la sussistenza sono diventate la base del sistema produttivo e agricolo.
Un mondo in cui la diplomazia, la solidarietà e la giustizia sociale tra gli stati determinino gli equilibri globali e le interazioni tra le varie comunità. Le persone vengono considerate persone a prescindere dall’identità sessuale e di genere con cui sono nate o in cui si identificano e dall’appartenenza di classe e razza, e sono libere, libere di vagare e di vivere. Un mondo in cui i valori e i saperi dal Basso siano la pietra miliare su cui si incardina la nostra società.
Mi soffermo su quest’immagine, ne percorro i bordi e i preziosi dettagli. Ho gli occhi lucidi. Quanto vorrei che tutte le persone potessero vedere quello che vedo io e volerlo con la stessa forza.
“Ehi mi passi il pennarello”, distolgo l’attenzione, una compagna mi ha chiamato. La guardo negli occhi e allargo la visuale a tutte le altre, le vedo scrivere, tagliare, dipingere e costruire i materiali per lo sciopero del 14 giugno. Guardo loro e penso “va tutto bene” perché il mondo che stavo immaginando è proprio qui, davanti ai miei occhi e negli occhi delle mie compagne.
Così come negli occhi delle mie compagne di Nudm Bologna e di tutte le persone e comunità sparse nel mondo che lottano per la stessa realtà. Sorrido, le passo il pennarello e penso “preparati mondo (perché) ti stiamo per sconvolgere!”.