Servono misure incisive nella lotta alla violenza, non misure di risparmio!
Mercoledì 22 giugno il Consiglio federale ha pubblicato il Piano d’Azione nazionale per l’implementazione della Convenzione di Istanbul. La rete svizzera delle ONG e i consultori antiviolenza apprezzano gli impegni dichiarati dal Governo federale, ma criticano fortemente le enormi lacune nelle misure urgentemente necessarie e soprattutto la mancanza di risorse finanziarie per attuare davvero quanto esige la Convenzione!
Dopo oltre 4 anni dall’entrata in vigore della Convenzione di Istanbul contro la violenza di genere e la violenza domestica, il Consiglio federale ha pubblicato il Piano nazionale di attuazione:
La Rete Convenzione Istanbul, che riunisce a livello svizzero gli sportelli antiviolenza e le ONG coinvolte nel contrasto alla violenza di genere (tra cui il Collettivo Io l’8 ogni giorno) riconosce il passo avanti nella giusta direzione, ma si tratta di un progresso minimo, assolutamente insufficiente e riduttivo rispetto all’immenso bisogno urgente di intervenire.
Inoltre, in molti altri ambiti, restano enormi lacune e ritardi che non vengono neppure menzionati! Mancano soprattutto le risorse, i fondi e il personale qualificato e competente per poter intervenire in breve tempo e con grande efficacia per contrastare la violenza di genere e la violenza domestica!
Tre sono le principali critiche:
1. Servono risorse adeguate, subito!
Le belle promesse non bastano! Abbiamo già sentito le dichiarazioni di intenti 4 anni fa: in un piano d’attuazione servono soldi, fondi, risorse per passare ai fatti!
Le misure di intervento contro la violenza necessitano investimenti, ma fanno risparmiare enormi spese che altrimenti gravano ulteriormente proprio su chi ha già subito violenza e deve cercare di recuperare un proprio equilibrio, spesso rifarsi una casa, una vita un lavoro per potersi liberare finalmente da una o un partner o ex-partner da cui subiva violenza.
«È un affronto, che manca di rispetto a tutte le vittime di violenza, che un piano nazionale di attuazione su un tema prioritario per il Consiglio federale debba essere implementato senza investimenti supplementari!», ha dichiarato Simone Eggler co-coordinatrice della Rete Convenzione Istanbul e dell’associazione Brava (ex-TERRE DES FEMMES Svizzera).
Il Collettivo Io l’8 ogni giorno si allinea appieno alle posizioni espresse dalla Rete Istanbul: “Se la Confederazione e le autorità politiche vogliono davvero fermare la violenza di genere e la violenza sessualizzata, allora devono anche mettere a disposizione le risorse necessarie.”
2. Le misure sono insufficienti e solo temporanee
«L’elenco delle misure contenute nel Piano nazionale pare incoerente, casuale, e con enormi omissioni: molti bisogni e temi urgenti non vengono neppure menzionati. Sembra più un catalogo di quanto già si fa, invece che una vera progettazione di quello che urge fare!», ha criticato Simone Eggler. «È indispensabile articolare le misure di intervento e garantirne la durabilità invece che abbozzare piccoli accorgimenti temporanei.»
È la stessa critica che il Collettivo femminista Io l’8 ogni giorno ha già mosso più volte al Consiglio di Stato ticinese per il Piano d’azione cantonale contro la violenza domestica, e per il Piano cantonale per le pari opportunità. Non bastano gli elenchi di singole misure insufficienti e isolate, occorre pianificare una strategia coordinata e stanziare le risorse.
3. Le misure previste non sono inclusive, continuano a trascurare e discriminare le categorie più vulnerabili!
La Convenzione di Istanbul è stata pensata e strutturata per essere davvero inclusiva, ossia per garantire prevenzione, protezione e sostegno a tutte le vittime di violenza sessualizzata e di genere, senza più discriminazioni. In particolare l’articolo 4 della Convenzione esplicita che servono interventi competenti e adeguati anche per persone già discriminate per sesso, genere, identità di genere, orientamento, ma anche per etnia, lingua, condizioni di salute, disabilità, status matrimoniale, …
Eppure il Piano d’azione nazionale non considera la necessità di formare figure professionali competenti su tutte queste dimensioni. Chi lavora nei tribunali, in polizia, al ministero pubblico, ma anche negli sportelli di aiuto alle vittime, negli ospedali, nelle case per le donne, … chiunque operi nella gestione di casi di violenza deve averne le competenze specifiche per ogni forma di vulnerabilità!
Il Collettivo Io l’8 ogni giorno si riconosce in pieno nelle critiche espresse a livello svizzero e infatti sono rivendicazioni già ripetute da anni:
“Servono più risorse, servono più strutture d’accoglienza per vittime, urge in particolare puntare sulla formazione specifica per le figure professionali. È un punto centrale della Convenzione di Istanbul, per migliorare la protezione e l’assistenza alle vittime, per evitare la vittimizzazione secondaria e terziaria, e soprattutto per poter migliorare la prevenzione!”
Collettivo femminista Io l’8 ogni giorno