Molestie sessuali: che succede?

4 Maggio 2022 | Lottiamo ogni giorno

finalmente si muove il Consiglio federale, mentre il Ticino fa passi indietro.

Bellinzona, 04.05.2022 – Il 27 aprile 2022, il Consiglio federale ha adottato un rapporto sulle molestie sessuali in Svizzera riconoscendo che la situazione è grave, peggiora, ed è urgente reagire.

Il Collettivo Io l’8 ogni giorno rivendica da anni interventi seri. Ora lo dice anche il Governo federale: servono statistiche regolari e bisogna migliorare il sostegno alle vittime.

E il Ticino? Annuncia di muoversi, ma all’indietro!


Il rapporto del Consiglio federale accompagna uno studio sull’entità e l’evoluzione delle molestie sessuali in Svizzera. Un postulato di Matthias Reynard del 2018 (18.4048) chiedeva di dare un mandato esterno per fare il punto sulla situazione e valutare se i dati a disposizione sono sufficienti. Lo studio, pubblicato sotto la responsabilità dell’Ufficio federale dell’Uguaglianza (UFU) è stato pubblicato in novembre 2021, ed ha analizzato circa 25 indagini statistiche degli ultimi 15 anni sulle molestie. Nella seduta del 27 aprile il Governo ha preso posizione con questo rapporto.cc0066cc0066

I risultati essenziali sulla diffusione delle molestie:

  • La netta maggioranza dei casi resta sommersa! Solo una quota variabile tra il 10% e il 20% viene segnalata alla polizia o ad altre autorità.
  • I casi effettivamente denunciati o segnalati sono compiuti soprattutto da persone sconosciute, che sono la minoranza dei casi.
  • In nove casi su dieci le vittime sono donne e il 95 per cento delle persone moleste sono uomini. 
  • A seconda della definizione impiegata nelle indagini, tra il 20 e il 60 per cento delle donne in Svizzera dichiara di aver già subìto molestie sessuali. 
  • Particolarmente a rischio sono le persone con disabilità e quelle LGBTQI+. 
  • La maggioranza delle molestie sessuali contro persone adulte avviene negli spazi pubblici. Invece bambini, bambine e adolescenti ne subiscono soprattutto negli spazi virtuali. 
  • Le molestie e gli attacchi sessisti in rete sono in forte aumento, oltre il 25% in più negli ultimi anni.
  • Anche sul posto di lavoro le vittime di molestie sessuali spesso non si difendono o lo fanno soltanto quando sono già messe in malattia o si sono licenziate. Il timore di ripercussioni è troppo forte e impedisce di segnalare le molestie subite in ambito professionale. 

Come reagire? Migliorare i dati statistici e la formazione. 
Lo studio esterno conclude che i dati sulle molestie sessuali in Svizzera sono insufficienti. 

La Confederazione deve intervenire per effettuare studi sistematici.

Conoscere la reale diffusione e l’evoluzione delle molestie, mettere in evidenza l’accanimento verso gruppi sociali sempre svantaggiati, tra cui soprattutto donne, giovani e persone LGBTQI+, è un passo indispensabile per intervenire efficacemente!

È esattamente quanto chiede da anni il Collettivo Io l’8 ogni giorno, e tutte le principali organizzazioni che difendono i diritti delle donne e delle vittime. 

Ma tra i risultati dello studio, emergono altri aspetti essenziali pienamente condivisi dal Collettivo:

  • Gli esperti e le esperte referenti per lo studio, indicano una mancanza di competenza e sensibilità sul tema da parte della polizia e delle autorità penali. E questa è una delle ragioni per cui il tasso di segnalazione è così basso, soprattutto per persone giovani e LGBTQI+ e portatrici di disabilità.
  • Bisogna rendere più facile per le vittime denunciare le violenze di genere e i reati sessuali. La Confederazione e Cantoni si sono impegnati a valutare la possibilità di introdurre un numero di telefono centrale per le vittime di reati.  

Il Consiglio federale ha preso posizione per difendere i diritti delle donne!

Per il Consiglio federale le molestie sessuali sono una grave forma di violenza di genere che deve essere combattuta con risolutezza. 

Si è già impegnato a farlo a più riprese, dalla Convenzione delle Nazioni Unite per l’eliminazione di ogni discriminazione contro le donne (CEDAW, in vigore in Svizzera dal 1997), e con la Convenzione di Istanbul (in vigore dal aprile 2018), e con la sua Strategia Parità 2030.

E il Ticino? E il nostro Governo cantonale?

Proprio lunedì il Consiglio di Stato ticinese ha finalmente elaborato il suo piano strategico per le pari opportunità 2019-2023, quando ormai mancano solo 11 mesi alla fine della legislatura…

Un piano che guarda all’indietro sotto tanti punti di vista. Soprattutto per la questione delle molestie, dentro e fuori dal posto di lavoro.

È significativo, e al contempo quasi incommentabile, dover constatare che il Governo insista a ribadire che all’interno dell’Amministrazione si fa già tanto (?) per formare e sensibilizzare persone dirigenti e quadri superiori sulla responsabilità giuridica di prevenire le molestie e sostenere le vittime. Addirittura con corsi obbligatori introdotti già da anni …

Anche solo negli ultimi 12 mesi ricordiamo: il caso allo IASS, e il caso dell’ ex-funzionario DSS, il caso del docente semplicemente trasferito malgrado una relazione con una 16enne, la disattenzione sul caso Unitas, la mancanza di reazioni serie sui casi alla RSI …

L’ (in)efficacia e l'(in)adeguatezza delle misure già introdotte dal Cantone sono sotto gli occhi di tutte e di tutti.

Tra 11 mesi ci sono le elezioni. Se sono queste le misure strategiche previste dal Consiglio di Stato, il Collettivo Io l’8 ogni giorno non può che suggerire al Governo di leggere il nostro Piano d’azione contro la violenza e chiedere suggerimenti competenti!


Riferimenti:

Piano d’azione femminista Collettivo Io l’8 ogni giorno

Il comunicato stampa del Consiglio federale con i link allo Studio dell’UFU e al Rapporto del Governo federale

Il piano per le pari opportunità del Consiglio di Stato ticinese

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