Ancora una volta una donna intellettuale e grande poetessa viene ricordata e rappresentata con il torso nudo. In questo modo sono messi in evidenza i seni scoperti, che nella nostra società sono un chiaro simbolo della sessualità femminile. Pare lecito chiedersi se si sia mai visto un poeta o un intellettuale uomo rappresentato nudo? E perché invece una donna dovrebbe esserlo?
Difficile immaginare che Alfonsina Storni – nata a Sala Capriasca nel 1892 ed emigrata in Argentina all’età di quattro anni – si sarebbe presentata in un paesino quasi sconosciuto tra gente estranea a torso nudo. Proprio lei che aveva combattuto le sue guerre anche a colpi di poesia contro il trattamento ingiusto, sia in ambito fisico sia intellettuale, subito dalle donne e si era rivoltata contro la doppia morale.
In questo modo non si rispetta certamente il corpo delle donne e nemmeno il loro valore intellettuale, piuttosto le si riduce ancora a meri oggetti sessuali.
La scultrice sicuramente crede che chi si suicida sia sempre in uno stato di angosciosa disperazione, vista l’espressione scolpita sulla faccia della poetessa, come appunto se fosse senza speranza. Questa ipotesi, secondo l’esperienza professionale di chi scrive, non è adeguata e non vale sicuramente per tutte le persone: liberarsi dal dolore fisico e/o psichico può essere un atto di sollievo per molte. È molto più probabile che Alfonsina Storni, entrando in mare, non fosse disperata, forse non era felice, ma sicuramente era sicura di sé e della sua decisione, degna di una morte scelta senza grida o lacrime.
Ecco l’ultima strofa della sua ultima poesia, dove ci si accorge la leggerezza che dà al momento:
“ perché tu scordi, … grazie. Ah, ti prego: se lui chiama ancora per telefono, digli che non insista, sono uscita ….”
Inoltre è difficile pensare che prima di entrare in mare si sia tolta i vestiti e li abbia lasciati lì sulla spiaggia, anzi quasi certamente vi sarà entrata con i suoi abiti migliori.
Con una sua poesia descrive se stessa in fondo al mare ed è così che ci piace ricordarla: contenta e tranquilla.
Io in fondo al mare “In fondo al mare c’è una casa di cristallo. Dà su un viale di madrepore. . Un gran pesce d’oro Alle cinque mi viene a salutare. Dormo in un letto Un po’ più azzurro Del mare. Un polipo mi ammicca attraverso il cristallo Nel bosco verde che mi circonda - din don … din dan – si dondolano e cantano le sirene in madreperla verdemare. E sopra la mia testa ardono, nel crepuscolo, le irte creste del mare. (1934)
Alfonsina Stori (Sala Capriasca, Svizzera 1892 – Mar de Palta, Argentina 1938) nasce in Ticino ma emigra molto piccola con la famiglia in Argentina, dove ancora oggi è considerata una figura leggendaria e una delle più importanti poetesse del Sud America. Espatriata, madre nubile, militante socialista, assurge presto alla fama di poetessa e scrittrice ribelle. Malata di cancro, si suicida a Mar de Plata nel 1938.