Il fascino del prof?

16 Febbraio 2022 | Lottiamo ogni giorno

La vicenda

Lui è un professore ultracinquantenne, lei una giovane ragazza di sedici anni.

Tra loro c’è stata una storia d’amore, ma non un amore platonico come quello che potrebbe pure esserci tra docente e discente, basato in particolare sulla stima, sulla simpatia e sull’affetto. Un amore che si potrebbe anche definire sano, se mantiene una forma genitoriale, in cui una persona adulta è una guida e un modello per chi è più giovane, per chi è minorenne.

In questo caso non è andata così. La storia è tutta nostrana e non sembra aver suscitato la necessaria indignazione nel nostro Cantone. 

Il “professore” che ha avuto una relazione intima con una sedicenne, ex allieva, è stato trasferito, ma non licenziato. Di fronte a un’interpellanza parlamentare, il Dipartimento ha risposto che l’insegnante in questione è “sotto stretta osservazione”. Ragazze, studentesse liceali ticinesi, se è sotto stretta osservazione, dormite tutte sonni tranquilli…

La legge

Nei primi giorni del nuovo anno, i dipendenti dell’amministrazione cantonale hanno ricevuto un codice comportamentale, in cui si sostiene che le relazioni con i minori non sono consentite, anche se non è chiaro se le eventuali conseguenze siano il licenziamento.

La LORD (la legge sull’ordinamento degli impiegati dello Stato e dei docenti) già prevede una serie di sanzioni di fronte a comportamenti inadeguati.

Il “problema” però è che la cosiddetta età del consenso è raggiunta a 16 anni in Svizzera. Quindi la storia tra il “professore” e la ex studentessa, è stata consenziente, o almeno così è stato stabilito.

Faccenda chiusa, almeno per ora. 

Eppure l’articolo 188 del codice penale svizzero recita: “Chiunque, profittando di rapporti di educazione, di fiducia, di lavoro comunque di dipendenza, compie un atto sessuale con un minorenne di età superiore ai sedici anni, chiunque induce una tale persona ad un atto sessuale forzato, profittando della dipendenza in cui essa si trova è punito con una pena detentiva sino a tre anni o con una pena pecuniaria”.

Risulta quindi logico chiedersi come mai, il “professore”, non sia stato trasferito direttamente in carcere, invece che in un altro istituto…?

Infine, la Svizzera ha ratificato già nel 1997 la Convenzione dell’ONU sui Diritti del fanciullo che stabilisce nel suo primo articolo: “Ai sensi della presente Convenzione si intende per fanciullo ogni essere umano avente un’età inferiore a diciott’anni […]”.

Appare quindi discutibile, inopportuno, considerare l’età del consenso a sedici anni, in particolare in questo specifico contesto.

Consenso o manipolazione?

La ragazza era consenziente e aveva l’età del consenso…. Ma che differenza c’è tra una quindicenne e una sedicenne? Siamo sicure che una giovane di quell’età abbia gli strumenti per difendersi dalle avances di un uomo che potrebbe essere suo padre? Siamo proprio sicure che la relazione non sia iniziata in questo modo? Con un affetto che è di tipo paterno, quello che la maggior parte delle ragazze di quell’età ha sperimentato, e che poi si sia trasformato lentamente in abile seduzione? Che tra l’altro è la prima forma di manipolazione?

Un uomo di oltre cinquant’anni è una persona vissuta, con un’indubbia esperienza sentimentale, che è oggettivamente imparagonabile rispetto a quella di una ragazzina di sedici anni, e vogliamo credere che costui non avesse gli strumenti per adescare una ragazzina?  

È chiaro che lui ha tutti i mezzi per farla sentire speciale, anche solo per il fatto che ha scelto lei tra centinaia di altre studentesse. Eppure, ancora una volta, a nessuno è venuto in mente di ribaltare la prospettiva e chiedersi se vi è stata manipolazione nei confronti della minorenne. Se da qualche parte si sia mossa della violenza psicologica. Se veramente in una situazione del genere sia assennato parlare di consenso

Cambiare prospettiva

Lo scorso anno, in Francia, è uscito il libro “Le consentement” di Vanessa Springora, in cui l’autrice, oggi quarantanovenne, racconta la storia vera della sua relazione dai 13 ai 16 anni con lo scrittore e pedofilo Gabriel Matzneff, mettendo bene in luce come il problema non sia il consenso della ragazzina, ma il desiderio dell’uomo e della sua capacità di approfittare e sedurre per ottenere un presunto consenso.

Un uomo adulto e maturo invece, di fonte a una ragazza di sedici anni, dovrebbe essere in grado di cogliere la problematicità di una relazione così tanto disequilibrata e le possibili implicazioni e manipolazioni in atto. 

Liquidare una faccenda come questa, che di certo non è isolata, con un trasferimento e non con un licenziamento ci sembra una scelta molto grave, perché incapace di ribaltare la prospettiva maschilista e patriarcale imperante nella nostra società.

Al giorno d’oggi, sarebbe invece doveroso chiedersi quali strumenti di protezione può avere una ragazza di sedici anni di fronte a un uomo di oltre cinquant’anni. 

Se non si è nemmeno in grado di porsi queste semplici domande, allora vuol dire che c’è davvero ancora molto, molto da fare.

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