Manifestazione nazionale contro i femminicidi

6 Dicembre 2021 | La piazza si conquista, sciopero femminista!

Da tempo il Collettivo Io l’8 ogni giorno si impegna per mettere in luce la violenza sulle donne e lo fa non solo scendendo in piazza, ma anche attraverso proposte concrete come quelle presenti nel Piano d’azione femminista per l’eliminazione della violenza sulle donne; uno strumento che offre soluzioni praticabili per contrastare il fenomeno. 

Dopo il tentato femminicidio di Locarno, abbiamo manifestato ogni giovedì di fronte a dei luoghi simbolo di potere come il governo, la polizia, il tribunale, l’ospedale, per chiedere misure concrete a protezione delle donne vittime di femminicidio e di violenza. Abbiamo voluto far sentire la nostra voce durante la giornata del 25 novembre 2021 dedicata proprio ai femminicidi, cresciuti enormemente nell’ultimo anno in Svizzera. Per questo invitiamo tutte, tutti e tutt* a venire con noi alla Manifestazione di Zurigo, organizzata dall’Alleanza svizzera Ni-una-Menos sabato 11 dicembre alle 14.00. 


Quest’anno già 25 donne sono rimaste vittime di un femminicidio e 11 donne sono sopravvissute a un tentato femminicidio. E questi sono solo i casi conosciuti!

Per questo l’11 dicembre 2021 si terrà a Zurigo una manifestazione nazionale contro i femminicidi. Insieme scenderemo in strada per rendere visibile il nostro dolore e la nostra protesta: vogliamo ricordare le vittime di femminicidi, le persone a loro vicine, le donne sopravvissute ai femminicidi, alle violenze di genere e tutte coloro che sono oggi vittime di violenze.

La struttura sociale patriarcale favorisce le violenze di genere

I femminicidi non sono casi isolati, sono l’espressione di una violenza strutturale fondata su rapporti di potere patriarcali. Sulla vita e sulla salute delle donne* incombono le gravi minacce rappresentate dalla guerra, dai genocidi, dai rischi del percorso migratorio, dalle violenze istituzionali e familiari. Le donne* vengono uccise ogni giorno proprio perché sono donne*.  I femminicidi sono solo la punta dell’iceberg delle violenze patriarcali quotidiane. Le violenze contro le donne* hanno origine nelle strutture e nelle istituzioni della nostra società. Le donne* che vogliono denunciare le violenze subite non vengono spesso prese sul serio e protette durante l’iter processuale, come dimostrano le cifre svizzere. Ogni nuovo femminicidio è la prova del fallimento dei meccanismi per prevenire e contrastare la violenza maschile. In Svizzera mancano ancora prevenzione, educazione e protezione.

In Svizzera non esistono statistiche ufficiali sui femminicidi

In Svizzera ogni 10 giorni un uomo uccide una donna e ogni settimana una donna sopravvive a un tentato femminicidio. Nella maggior parte dei casi la donna uccisa è la partner, la ex-partner o un membro femminile della famiglia. Questi femminicidi sono registrati da organizzazioni e collettivi femministi (vedi ad es. il progetto stopfemizid.ch) sulla base dei comunicati della polizia o dei mass-media, perché non esistono statistiche ufficiali. Non sappiamo quali femminicidi vengono resi pubblici e quali vittime possono venir rimpiante.Secondo una stima della Nazioni Unite vengono commessi ogni giorno nel mondo almeno 137 femminicidi, più di 50’000 ogni anno. Questi dati sono solo delle stime e resteranno tali fintanto che la società non inizierà a prendere sul serio il compito di prevenire ed impedire l’uccisione delle donne*.

L’alleanza svizzera Ni-una-Menos

La politica istituzionale svizzera non ha finora ascoltato le rivendicazioni femministe contro i femminicidi e le violenze patriarcali. Il Consiglio degli Stati nell’estate 2020 ha rifiutato nuovamente l’uso del termine “femminicidio” e lo scorso dicembre ha rifiutato una campagna contro il sessismo. Ci opponiamo a questa politica, che non vuole riconoscere come suo compito la protezione delle vite di chi è confrontato alla violenza maschile.

L’alleanza Ni-una-Menos Svizzera è una rete di organizzazioni e collettivi che combattono insieme i femminicidi e le violenze di genere. 

A voce alta, internazionaliste e solidali gridiamo: ci vogliamo vive! 

La testa del corteo sarà riservata alle donne*, ma la manifestazione è aperta a tutte le persone, perché i femminicidi ci riguardano tutt*.

Richieste:
  1. Il riconoscimento del termine politico “femminicidio” e il riconoscimento delle violenze sistemiche sulle donne*.
  2. Il riconoscimento delle violenze di genere come motivo di fuga e d’asilo.
  3. Almeno lo 0.1% del PIL per la lotta contro le violenze di genere (ca.706 milioni di franchi all’anno) da investire nella prevenzione, nei centri di consulenza e assistenza alle vittime, nell’educazione e nel lavoro con gli autori di tali violenze. 
  4. Il rafforzamento dei servizi di consulenza e supporto, ad es. una rete nazionale di case per le donne, centri di aiuto e consultori specifici per le persone colpite da violenze, come è previsto dalla convenzione di Istanbul.
  5. L’attuazione rapida, inclusiva e completa di una linea di aiuto e consulenza accessibile 24 ore su 24 per le vittime di violenza.
  6. La revisione del diritto penale in merito ai reati sessuali secondo l’art. 36 della Convenzione di Istanbul. Solo sì è sì!

Queste sono solo alcune delle richieste, è solo un inizio. L’unica vera ed efficace prevenzione è la rivoluzione femminista!

Contatto: niunamenos.schweiz@protonmail.ch

* L’espressione donne* fa riferimento a tutte le soggettività che non sono uomini cis-gender, dunque donne (etero, bi o lesbiche), persone intersessuali, non-binarie, trans e agender. 

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