Il numero di femminicidi in Svizzera nell’ultimo anno è cresciuto notevolmente e siamo seriamente preoccupate per il disinteresse che le istituzioni sembrano riservare a questo grave problema sociale. Nel nostro Cantone, purtroppo, il problema della violenza sulle donne appare mal conosciuto e fortemente sottovalutato. Significativo è il fatto che nel Piano d’azione cantonale della legislatura 2019-23, il problema della violenza domestica si colloca nell’obiettivo 34 dal titolo: “Gestire le persone divenute pericolose e violente a causa di disadattamento sociale, radicalizzazione ed estremismo”, che concerne sia la prevenzione del terrorismo sia la prevenzione della violenza domestica, ambiti che vengono arditamente connessi perché ritenuti legati al disadattamento sociale.
Appare logico chiedersi quindi quali tipi di risorse e attenzione siano dati a questi fenomeni, essendo messi sullo stesso piano e inclusi in un unico obiettivo, considerando soprattutto che la probabilità in Svizzera di essere vittima di terrorismo è decisamente inferiore a quella che ha una donna di essere uccisa dal proprio partner o da un ex partner. Quante persone sono morte per terrorismo nel 2021 in Svizzera? Sembrerebbe nessuna. Quante donne sono morte in Svizzera a causa della violenza maschile? Solo nell’ultimo anno venticinque, mentre nove per fortuna sono sopravvissute.
Inoltre, secondo i più recenti studi, quasi una donna su due in Svizzera ha già subito una qualche forma di violenza domestica: la violenza maschile sulle donne non può dunque essere letta in termini di disadattamento sociale e di casi isolati. Si tratta al contrario di un fenomeno strutturale, di proporzioni enormi e diffuso in tutte le fasce della popolazione.
Appare quindi necessario che la lotta alla violenza domestica diventi una lotta prioritaria delle istituzioni, che devono investire nella prevenzione, nella protezione e nel supporto delle vittime di violenza.
Oggi siamo dunque davanti al Governo perché vogliamo cospicui investimenti e politiche in grado di proteggere le donne ed eliminare la violenza, in coerenza con i principi della Convenzione di Istanbul, di cui la Svizzera è firmataria.
Per tanto, come collettivo chiediamo:
- che le istituzioni si attivino immediatamente per offrire anche in Svizzera un numero nazionale a tre cifre per le vittime di violenza, attivo 24/24h, multilingue e gestito da personale competente sul modello di quello già esistente in altri paesi europei.
- che il Cantone, in attesa di una soluzione a livello federale, renda attivo 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 il numero verde ora attivo solamente negli orari d’ufficio.
- che lo stalking, nella sua complessità, sia riconosciuto come un reato penale come avviene nella maggior parte dei paesi occidentali;
- che siano aumentati i posti di accoglienza nelle Case delle donne per tutte le donne vittime di violenza domestica e per i/le loro figli/e;
- che siano aperti sportelli di ascolto e sostegno alle vittime in tutti i principali comuni del cantone e si attivino farmacie e altri servizi per diventare punti in cui le donne vittime di violenza possono richiedere aiuto;
- che siano fatte campagne martellanti per informare la popolazione sui servizi di aiuti già esistenti e ne siano creati di nuovi;
- che venga introdotto un reddito di emergenza per le vittime di violenza che intendono lasciare la propria abitazione e costruirsi una vita autonoma;
- che nella prossima legislatura la lotta alla violenza domestica diventi un obiettivo a sé stante.
Queste sono solo alcune rivendicazioni di una più ampia lista di proposte concrete che il Collettivo Io l’8 ogni giorno ha già iniziato a elaborare lo scorso anno nel Piano d’azione femminista per l’eliminazione della violenza sulle donne e che continuerà a elaborare collettivamente.
E non smetteremo nemmeno di scendere in strada per far sentire la nostra voce e la nostra rabbia! Lo faremo anche il 25 novembre – in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne – e invitiamo tutte e tutti a partecipare alla Manifest-Azione alle 18.00 in Piazza Grande a Giubiasco, perché se toccano una, rispondiamo tutte!