AVS: 65 anni, è ancora no!

31 Luglio 2021 | La piazza si conquista, sciopero femminista!, Lottiamo ogni giorno

Siamo arrabbiate: il Consiglio nazionale ha approvato l’aumento dell’età pensionabile delle donne a 65 anni. Preparate le vostre penne, perché AVS 21 sarà approvata durante la sessione autunnale e seguirà un referendum.

AVS 21 prevede l’aumento dell’età pensionabile delle donne a 65 anni con il pretesto dell’uguaglianza. La riforma non include nessuna compensazione, ma solamente misure transitorie per attenuare lo shock per le lavoratrici che oggi hanno più di 59 anni. Queste donne beneficeranno di un supplemento regressivo della rendita, tra 150 e 50 CHF secondo il loro reddito. Ancora oggi, le disuguaglianze riguardano le donne di tutte le generazioni. Utilizzare il tema dell’uguaglianza per obbligarci a lavorare un anno in più è inaccettabile!

L’uguaglianza non esiste nel mondo del lavoro e all’interno della famiglia. Non solo i mestieri femminili hanno salari più bassi rispetto a quelli maschili, ma le donne sono molto spesso obbligate a lavorare a tempo parziale per conciliare tutti gli impegni. Le donne sono impiegate in maggioranza nei lavori indispensabili al funzionamento della società e dell’economia, inoltre si assumono il 70% del lavoro domestico ed educativo non retribuito. Quando arrivano alla pensione, hanno diritto mediamente a rendite inferiori del 37% rispetto a quelle degli uomini. Allora perché invocare l’uguaglianza per giustificare di farle lavorare un anno in più?

Perché poi sarà pensione a 67 anni per tutte e tutti!

La maggioranza del Consiglio nazionale ha votato una mozione che chiede al Consiglio federale di preparare una nuova riforma già per il 2026, che includa l’aumento dell’età pensionabile per tutte e tutti oltre i 65 anni. 

Non vogliamo questa riforma: la combatteremo per le strade e alle urne!

Farci lavorare più a lungo è un vecchio progetto della destra, che siamo riuscite a bloccare fino ad oggi! L’abbiamo già bocciato nel 2004, in occasione della votazione sulla 11° revisione dell’AVS, poi nel 2017 in occasione del voto contro PV 2020. 

Già nel 2003 il consigliere federale liberale radicale Pascal Couchepin voleva alzare l’età pensionabile a 66 anni nel 2015 e a 67 anni nel 2025. Oggi, i Giovani Liberali Radicali hanno lanciato una iniziativa per fissare l’inizio dell’età pensionabile a 66 anni. Inoltre, da anni sono in corso varie campagne allarmiste. Il 3 novembre 2005, il giornale “24 Heures” ha scritto “I parlamentari sono avvisati: tra 5 anni (2010) il denaro sarà a malapena sufficiente per pagare sette anni di rendite. Dieci anni più tardi, secondo gli scenari previsti dal UFAS, la spirale negativa accelererà improvvisamente”. Questa spirale negativa è stata annunciata per il 2019. Non è successo. Per il secondo anno consecutivo, i risultati del fondo sono positivi:

nel 2020 l’AVS ha chiuso con un utile di 1,9 miliardi di CHF!

Il sistema di finanziamento dell’AVS è solido e solidale. I contributi versati dalle lavoratrici attive e dai lavoratori attivi servono a pagare le rendite delle pensionate e dei pensionati. Così, a differenza del 2° pilastro, i contributi non perdono valore mentre vagano sui mercati finanziari per decenni. AVS 21 – a cui è stato aggiunto il progetto LPP21 per risottoporci il progetto PV2020 – non è la riforma di cui abbiamo bisogno.

Abbiamo invece bisogno di una riforma che possa:

  • rispondere all’urgente necessità di migliorare le rendite del 1° pilastro, in modo che possano coprire adeguatamente i bisogni vitali, cosa che oggi non è affatto il caso;
  • riconoscere il valore del lavoro domestico, educativo e di cura, rafforzando i meccanismi di bonus;
  • affrontare l’emergenza ecologica nella quale ci troviamo. I fondi pensione investono i loro capitali in multinazionali responsabili della distruzione di interi ecosistemi.

Per tutti questi motivi vogliamo rafforzare l’AVS aumentando le risorse finanziarie, sia in termini di contributi che attraverso una maggiore partecipazione della Confederazione, tramite gli utili della BNS o la tassazione dei dividendi. Come primo passo, sarebbe sufficiente eliminare la “discriminazione salariale inspiegabile” per compensare il risparmio previsto dall’AVS 21 attraverso un aumento dei contributi versati.

Non ci lasciamo intimidire dalle dichiarazioni allarmiste, rifiutiamo questo aumento dell’età pensionabile per le donne e lottiamo insieme per un sistema pensionistico degno per tutte e tutti, per la difesa dell’ecosistema e contro un sistema capitalista sfruttatore e patriarcale che è ormai superato!

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