Alle 18.00 del 14 giugno 2021, durante la giornata di sciopero, prima di guidare il corteo, ci siamo radunate in piazza per un minuto di silenzio, seguito da un urlo feroce. Un gesto per ricordare le vittime di femminicidio e per gridare la nostra rabbia.
Subito dopo, le giovani lottatrici Asia e Ludovica hanno letto per il Collettivo Io l’8 ogni giorno un testo, offrendoci il loro punto di vista in merito alla violenza sulle donne.
Ecco la loro testimonianza.
Ciao a tutte, ciao a tutti, ciao a tuttu,
siamo Asia e Ludovica, abbiamo 19 anni e facciamo parte del Collettivo Io l’8 ogni giorno.
Oggi siamo qui a parlarvi di molestie e violenze, perché siamo stufe di avere timore che le persone attorno a noi ci possano fare del male, che sia fisico o psicologico.
Nonostante la Svizzera sia un paese relativamente sicuro, a girare da sole la notte abbiamo ancora paura.
Noi non vi conosciamo personalmente, ma siamo sicure che la maggior parte di voi, donne e ragazze qui presenti, almeno una volta ha finto una telefonata per sentirsi un po’ più al sicuro tornando a casa di notte. Avete probabilmente tenuto le chiavi tra le dita, per difendervi da un eventuale assalitore. Avete preso una strada più lunga ma più illuminata, invece di una più breve ma più buia, più spaventosa.
Il disagio di girare da sole di notte è dato anche dai cosiddetti complimenti che ci vengono fatti a qualunque ora del giorno
Ragazze, quante volte avete ricevuto commenti non richiesti a proposito del vostro aspetto o di come eravate vestite? Commenti che però risultavano solo svilenti e umilianti.
E non ci si può nemmeno lamentare perché se lo si fa ci si vede solo rispondere: “oh non te la prendere, era solo un complimento, era solo una battuta”.
E a chi non piace sentire una simpaticissima battuta su come non siamo in grado di guidare? O sul fatto che dovremmo stare a casa a cucinare? Sono solo battute in fondo, no? Battute si, che però minano la nostra autostima, e ci insegnano, già da piccole, che alle donne e agli uomini sono destinati due percorsi differenti.
Se ad una bambina viene regalato un piccolo set per pulire (rigorosamente rosa) mentre al coetaneo un kit per costruire, si manda loro due messaggi diversi. Mentre al bambino verrà insegnato che da grande sarà lui ad andare a lavorare e sostenere la famiglia, la bambina crescerà con l’idea di doversi, un giorno, occupare della casa, del marito e dei figli.
Questi comportamenti sono dannosi perché porteranno la bambina a pensare di non essere
all’altezza di certi ruoli.
Pensando alle figure di spicco nelle materie scientifiche, ad esempio, possiamo notare come le donne siano in netta minoranza. E questo non solo perché non vengono assunte, ma perché veniamo spinte sin da bambine a non fare progetti così ambiziosi.
Dopotutto, su quali body per bebè c’è scritto “sono un supereroe” o “posso fare tutto”? Quelli maschili o quelli femminili?
Questi atteggiamenti possono diventare molto pericolosi, e possono persino portare a giustificare atti come lo stupro.
“Se l’è cercata”, “sì, ma come sarà stata vestita?”, “girava da sola di notte”, “non si doveva ubriacare”, sono solo alcune delle scuse utilizzate.
Si stima che, nel mondo, 15 milioni di ragazze, tra i 15 e i 19 anni, abbiano subito violenza fisica o sessuale. Ragazze della nostra età che, dopo aver subito una violenza, si ritrovano a confrontarsi con una società che nega la gravità della loro esperienza, spesso colpevolizzandole.
Questo accade nel mondo, ma la Svizzera non è da meno. Le statistiche di Amnesty International indicano che 1 donna su 5 ha subito atti sessuali non consensuali.
Il consenso è un argomento molto attuale e purtroppo troppo poco affrontato nell’istruzione dei giovani. Ci viene insegnato che un atto sessuale non è consensuale quando un partner dice no, ma questo non è abbastanza.
No vuol dire no, ma bisogna anche ascoltare ed accettare altre parole: non adesso non voglio più no grazie non sei il mio tipo non sono pronta preferirei fare qualcos’altro non mi toccare sono stanca ho il ragazzo magari dopo mi piaci davvero ma… non mi sento a mio agio non sono sicura vai via forse dovremmo aspettare preferirei stare da sola al momento sono troppo ubriaca stop non me la sento non lo fare non voglio magari in un altro momento non sono sicura non so non adesso me ne voglio andare ma anche: *girarsi dall’altra parte* *svenire* *spingere via* *piangere* *urlare* No non vuol dire convincimi. Se non è un “si”, non è consenso