La Miracolata
Durante una riunione il mio responsabile sparla di una persona nota (per essere la Presidente di un club sportivo) chiamandola ripetutamente “lesbicona”. Il tutto alla presenza di una collega lesbica che non riesce a reagire. Dopo la riunione vado da lui per dirgli che non è stato rispettoso da parte sua usare termini come “lesbicona” alla presenza della collega. Mi risponde che lui dice quello che vuole e che posso reputarmi miracolata, perché non ha ancora fatto commenti sul mio essere prosperosa in presenza di altre persone e che continuerà ad usare le parole che vuole, anche se è consapevole che potrebbe essere denunciato.
La signora
Incontro di lavoro per una nuova collaborazione, siamo in quattro, io sono l’unica donna. Ci presentano: dott. 1, dott. 2, dott. 3 e… la signora 4. Non sono riuscita a resistere: ho fatto notare di possedere lo stesso titolo dei colleghi uomini.
La velina
Al liceo, una volta, durante la ricreazione mi si avvicinò un mio professore, iniziò a parlarmi, poi ad un certo punto mi mise una mano sulla spalla, poco dopo cercò di stringermi a sé e mi mise una mano sul fianco come per abbracciarmi. Io reagii molto male, lo spinsi e mi allontanai velocemente. Non la prese bene. Durante la lezione successiva mi chiese di uscire dall’aula perché doveva parlarmi. Mi disse che non ero portata per gli studi, che avrei fatto meglio a investire in una carriera da velina.
La spalatrice
Ha nevicato tutta la notte e continua a nevicare, ma devo andare in città. Arrivo e tutti i parcheggi sono occupati da montagne di neve. Vedo due operai comunali intenti a spalare neve e mi avvicino per chiedere se cortesemente mi prestano la pala. Con la cavalleria tipica delle genti ticinesi, mi sento rispondere in dialetto: “Sciüra, la pala mica si muove da sola!” Chiarisco meglio e dico: “lo so, io le ho chiesto solo la pala in prestito”. Prima di darmi la pala, mi ricorda ancora che questa non si muove sola, caso mai non avessi capito. Vado, spalo la neve, parcheggio la macchina e gli riporto la pala. Al mio arrivo il tizio mi guarda sorpreso e mi dice: “Ma come, ha già finito? Ma se è così brava potrebbe restare a darci una mano!”
La viaggiatrice
Una sera d’estate ero partita sola in macchina per andare in Italia. Sull’autostrada ad un certo punto c’è uno con un’automobile marrone che mi supera, poi rallenta e si fa superare, mi supera di nuovo e questa cosa continua per un po’. Al casello, non so bene come, me lo ritrovo in fila proprio davanti a me. Che cosa fa il tipo? Spegne la sua macchina, scende e mi si avvicina. Io mi spavento, abbasso le sicure e prendo il cellulare in mano. Avrebbe voluto passare la serata insieme.