Qualche giorno fa si è tenuta un’interessante conferenza sulla cultura del consenso, organizzata dalle compagne romande dei collettivi dello Sciopero femminista e delle donne, che hanno istituito un gruppo di lavoro per approfondire la questione, il GT Consentement. È infatti in corso una riforma della legge federale in materia di reati sessuali che impone una mobilitazione delle donne, perché non ottimale e non in grado di proteggere e aiutare le vittime di violenza sessuale.
Particolarmente interessante l’intervento di Demet Ergun, la presidente di FATTA! un gruppo svedese che è riuscio a mobilitare la società civile e la classe politica in merito al concetto di consenso, promuovendo un cambiamento di mentalità che ha trovato riscontro nella modifica del codice penale.
FATTA! nasce come gruppo nel 2012 in reazione a una sentenza che scagiona tre uomini accusati di aver stuprato una donna con una bottiglia di vetro. Nel processo è emerso che la vittima cercava di chiudere le gambe, ma questo gesto non è stato intepretato come una mancanza di consenso, bensì come timidezza. L’assoluzione ha provocato una reazione spontanea tra le donne svedesi che si sono arrabbiate, indignate e attivate.
Questo evento, per altro riportato in una rivista con a lato una pubblicità di vino in bottiglia (!), è stato l’inizio di questo movimento che ha esordito scrivendo un articolo contro la cultura dello stupro e ha composto una canzone. Quest’ultima è una specie di denuncia corale che vuole essere una sorta di “narrazione universale” della violenza sulle donne.
I temi principali per cui si è battuta FATTA! sono la protezione dell’integrità fisica e il rafforzamento dell’autodeterminazione delle donne a livello sessuale.
FATTA! è oggi una organizzazione no profit che vive grazie all’attivismo di molte persone in tutte le parti del paese e cerca di sensibilizzare la popolazione civile alla cultura del consenso, identificando modalità nuove per rispondere a vecchi problemi, inscrivendo il problema della violenza sessuale come un fattore culturale e politico e cercando di essere presente in ogni ambito della società.
Particolarmente interessante ed efficace è il modo di portare avanti le rivendicazioni che prova a proporsi in maniera alternativa e accattivante: è infatti attraverso la musica pop e hip pop, il teatro, la danza che il tema viene proposto alla società civile. In questo modo le persone non percepiscono solo la rabbia che la violenza suscita, ma si sentono coinvolte nel problema ed entrano in relazione con la questione in maniera molto semplice: ascoltando un brano oppure assistendo ad uno spettacolo.
Il termine FATTA! in svedese significa “prendi”, una sorta di slogan che facilita il confronto e la discussione con le persone, anche perché il gruppo si è dotato di una serie di gadget come magliette e collane, che facilmente permettono di approcciarsi alle persone. Alla lettura della scritta “prendi” viene spontaneo rispondere con una battuta “cosa?”. In questo modo è facile iniziare una discussione e un confronto.
Grazie alla pluralità di approcci il gruppo FATTA! ha coinvolto diversi musicisti svedesi in un progetto che ha richiesto la composizione di canzoni in grado di promuovere una presa di coscienza relativa al significato di essere un uomo, per lottare contro una mascolinità tossica e promuovere il cambiamento.
Come conseguenza di questa importante mobilitazione civile, nel 2018 è stato possibile cambiare la legislazione a favore di un diritto penale basato sul consenso: qualsiasi atto sessuale che viene compiuto senza il libero assenso delle parti è uno stupro. Elemento per definire uno stupro è la mancanza di richiesta del consenso, perché solo SÌ è SÌ!
Nonostante questo traguardo, il gruppo continua a promuovere la cultura del consenso a livello culturale, restando un punto di riferimento per la società svedese.
Quando potremo dire lo stesso in Svizzera?
Per evitare di attendere troppo, ecco alcuni consigli della presidente di FATTA! che possiamo facilmente seguire tutte per promuovere la cultura del consenso:
- Sii socialmente fastidiosa: interrompi le persone che fanno battute sessiste (per esempio: “donna al volante, pericolo vagante”).
- Parla con le persone della cultura del consenso e spiegane loro i confini: solo sì è sì.
- Se non sai come fare a promuovere la cultura del consenso, chiedi consiglio ad una femminista.
- Se succede qualcosa al lavoro o a scuola, non stare zitta! Parlane con i colleghi e le colleghe e con i/le superiori.
- Offri ascolto e abbi il coraggio di chiedere aiuto.
- Fatti coinvolgere e coinvolgi altre persone, motivale e non dimenticarti di ringraziarle e farle sentire preziose!
- Critica le pubblicità sessiste.
- Non ti dispiacere e non farti abbattere se non tutte o tutti ti comprenderanno: le persone a favore della cultura del consenso sono più numerose di quelle contro.
- Usa i social per promuovere la cultura del consenso.
- Se non puoi dedicare il tuo tempo alla causa, allora dona qualche soldo.