Era il 1933 quando a Lugano due donne decisero di dare avvio alla lotta per il suffragio femminile nel nostro territorio. Nel povero e arretrato Cantone Ticino anche la battaglia per il diritto di voto era arrivata tardi, nessuna si era mobilitata per ottenerlo davvero organizzandosi con altre donne. I gruppi che esistevano non promuovevano apertamente nel loro statuto il diritto di voto, anche se in diversi paesi questo era ormai praticato dalle donne già da qualche anno. In Svizzera alcuni cantoni, una decina circa, avevano già sottoposto il diritto di voto al corpo elettorale maschile senza il minimo successo. A dir la verità alle donne ticinesi era concesso già dal 1919 di poter rappresentare la propria famiglia nei consessi patriziali, ma non certo per un’idea di parità, semplicemente per sopperire all’assenza degli uomini impegnati, ancora a quei tempi, in forme di migrazione stagionale.
Tornando a quel lontano 1933, quando nel mondo era ormai in corso la più grave crisi economica della storia contemporanea e la Germania stava diventando uno stato nazista, in Ticino ci sono queste due donne che fondano la prima associazione femminile per il diritto di voto e la chiamano “Movimento sociale femminile”.
Loro, come tante lottatrici oggi, si sono unite perché volevano migliorare la posizione delle donne nella società e porre fine alle discriminazioni, non solo per se stesse, ma anche per tutte le altre.
Entrambe erano in una condizione particolare, che aveva permesso loro di sviluppare un punto di vista più critico e attento alle disuguaglianze, specialmente nei confronti delle discriminazioni femminili.
Ines era una donna che veniva da una famiglia importante, aveva studiato e, chissà, forse proprio per quello, non si sposò mai. Fu lei la prima donna in Svizzera a dirigere una scuola professionale femminile, quella di Lugano. Era una persona molto aperta per la sua epoca, si preoccupò della formazione professionale delle ragazze, si interessò di politica e di cultura, fu una fervente sostenitrice della parità politica femminile, si prodigò in opere di volontariato,… fu, insomma, un’anima generosa.
Le scuole che dirigeva erano in centro città a Lugano, dove oggi sorge la pensilina luminosa, e lì, vicino, un tempo vi era il negozio di Flora. Ines andava regolarmente a fare acquisti da Flora e la loro amicizia era cominciata con quella cortesia di una volta, che piano piano divenne confidenza, come succede tra le persone che se la intendono.
Un giorno Flora raccontò a Ines la sua storia, il suo matrimonio difficile e la sua scelta, davvero coraggiosa per quei tempi, di lasciare il marito e di ritornarsene a vivere in Svizzera, sola con la sua bambina.
La mancanza di diritti femminili e le indicibili discriminazioni per quelle che decidevano di separarsi fecero sorgere in Flora un forte sentimento di rivalsa per tutte le ingiustizie subite in quanto donna. Sostenere la causa del suffragio femminile le sembrava il primo tassello di una lotta ben più ampia, che avrebbe permesso lo sviluppo di una società più giusta, in grado di riconoscere pienamente il valore delle donne. In questo suo pensiero trovò in Ines una preziosa alleata, in fondo anche lei era rimasta una “signorina” e viveva quotidianamente le discriminazioni che pure le donne nubili, colte e borghesi subivano.
Come detto queste due donne diedero avvio alla lotta suffragista organizzata anche nel nostro Cantone, ma entrambe morirono prima di poter esercitare il diritto di voto, semplicemente perché il suffragio femminile in Svizzera è stato concesso dal corpo elettorale maschile con troppo ritardo.
Purtroppo, gli effetti di questa arretratezza hanno avuto ripercussioni su tutti gli altri diritti, come per esempio la parità costituzionale (1981), il diritto matrimoniale (1988), la legge sulla parità (1996), la liberalizzazione dell’interruzione di gravidanza (2002), o ancora l’assicurazione e congedo maternità (2005).
Oggi, 7 febbraio 2021, a soli cinquant’anni dall’ottenimento del suffragio femminile a livello federale e a meno di trenta da quello integrale (Appenzello Interno introdusse il suffragio femminile a livello cantonale per imposizione del Tribunale Federale solo nel 1990!), nel voler ricordare tutte le donne che hanno combattuto per il suffragio femminile e per i diritti umani, ci piace pensare che Flora e Ines – femministe ante litteram – sarebbero state nostre compagne di lotta.
Il testo qui proposto si riferisce a due persone realmente esistite e centrali per la lotta suffragista in Ticino: Ines Bolla e Flora Volonteri. Se sulla prima esiste un’ampia documentazione e fondi di archivio, sulla seconda rimangono poche tracce. I fatti riferiti all’incontro di queste due figure e presenti nello scritto sono frutto di fantasia e non si basano su fonti storiche o notizie accertate.
Le donne raffigurate nell’immagine scelta per questo articolo, non sono Ines e Flora, ma Gina e Dolores: “Le buone amiche, che mai sapranno dimenticarsi”; come scritto sul retro della fotografia.