Solitamente mi definisco orgogliosamente femminista.
Le persone reagiscono a questa esternazione in vari modi, spesso sostengono che le donne debbano avere gli stessi diritti degli uomini, ma non sono disposte a definirsi “femministe”.
La colpa di questa concezione errata è da attribuire ai mezzi di comunicazione che inducono a pensare che il “femminismo” sia semplicemente l’opposto del “maschilismo”. Ma il femminismo è la lotta contro il maschilismo, non il suo contrario.
Vi sono poi delle persone che dicono che “femminismo” è una parola superata, da collocare storicamente in un’epoca passata. Altre invece si chiedono se non sia più corretto parlare di “uguaglianza” o di “equità”, ma non ha lo stesso significato.
Le donne non chiedono l’uguaglianza, perché questa non tiene conto delle differenze reali tra uomo e donna; per questo non vi è bisogno di leggi uguali, ma di leggi giuste che considerino queste differenze.
Bisogna ricordare che la discriminazione femminile esiste in tutto il mondo e, ovunque, nascere donna significa partire in svantaggio. Questo è il principale motivo per avere leggi specifiche per le donne. Per esempio c’è bisogno che le donne che scelgono di abortire lo possano fare in tutta sicurezza in ogni parte del pianeta, c’è bisogno di leggi che ci proteggano dalla violenza domestica, c’è bisogno di leggi che impongano davvero la parità salariale e di molte altre cose di cui però la maggior parte degli uomini non sente il bisogno.
Il femminismo però non chiede solo leggi femministe, ma aspira ad una società femminista, in grado di valorizzare le donne e il loro contributo alla società.
Per screditare il femminismo, sono stati coniati alcuni termini nuovi, molto sgradevoli e soprattutto fuorvianti: femminaziste e misantrope. Il primo termine è nato negli USA in dispregio delle donne che difendevano il diritto all’aborto, mentre il secondo sarebbe l’opposto del maschilismo. Quest’ultimo è particolarmente difficile da concepire per una donna, poiché ci vorrebbero secoli di dominazione femminile intesa a discriminare, umiliare ed esercitare violenza contro gli uomini per il solo fatto che siano uomini per poter immaginare una realtà di questo tipo. In ogni caso questo NON è lo scopo del femminismo.
Quando ci definiamo femministe, ricordiamoci che stiamo omaggiando le donne che hanno lottato anche per noi. Se oggi possiamo essere libere di studiare, di lavorare, di gestire il nostro stipendio, di viaggiare, … è grazie a tutte quelle donne che si considerarono femministe e furono incomprese, derise, perseguitate, torturate, violentate, uccise.
Anche per loro dobbiamo continuare a definirci orgogliosamente femministe.