Appello per uno sciopero femministra e delle donne* il 14.06.2019

12 Marzo 2019 | La piazza si conquista, sciopero femminista!

Adottato dall’Assemblea nazionale del 10 marzo 2019

1.

Noi tutte, donne* con o senza partner, con o senza figli/e, con o senza un impiego, e qualunque sia la natura del nostro lavoro, in buona salute o malate, con o senza handicap, etero, LBTIQ, dalle più giovani alle più anziane, nate qui o altrove, con culture e origini diverse, tutte noi lanciamo un appello per uno sciopero femminista e delle donne* il 14 giugno 2019. Vogliamo una parità reale e vogliamo decidere autonomamente delle nostre vite. Per questo faremo sciopero il 14 giugno 2019!

2.

Noi siamo quelle cui è affidato il lavoro domestico, educativo e di cura della casa, senza il quale la nostra società e l’economia non potrebbero funzionare. Noi ci occupiamo e ci preoccupiamo dei bambini, delle bambine, dei genitori anziani. Ma ci mancano soldi e tempo.

3.

Vogliamo la parità di retribuzione per un lavoro di pari valore. Vogliamo la valorizzazione delle professioni “femminili” e la loro giusta remunerazione. Vogliamo assicurazioni sociali che ci garantiscano rendite dignitose. Vogliamo rendite che ci permettano di vivere dignitosamente, senza aumentare la nostra età di pensionamento. Vogliamo opportunità e condizioni di vita che ci garantiscano una reale parità nel lavoro remunerato e non remunerato.

4.

Vogliamo una politica economica che metta il lavoro di cura, remunerato e non remunerato, al centro e che lo finanzi. Vogliamo il riconoscimento e un’equa condivisione del lavoro domestico, la sua valorizzazione economica e all’interno delle assicurazioni sociali. Chiediamo congedi maternità, parentali e per occuparsi dei figli/delle figlie o dei famigliari malati, e servizi pubblici gratuiti in grado di rispondere ai bisogni di cura per i nostri figli e le nostre figlie, per i nostri anziani ed anche per le nostre vite.

5.

Vogliamo la riduzione generale del tempo di lavoro, a parità di salario e con un salario minimo, per ripartire e condividere meglio il lavoro remunerato e non remunerato e perché il modello d’economia capitalista svaluta le persone e degrada le risorse naturali del nostro pianeta. Vogliamo del tempo per assumere e condividere le responsabilità famigliari e sociali. Vogliamo del tempo per vivere.

6.

Vogliamo uno statuto regolarizzato e una legislazione che protegga le donne che arrivano da altri paesi, spesso per prendersi cura dei bambini e delle bambine, delle persone malate o anziane, permettendo così ad altre donne, e ai loro partner, di fare carriera. Ribadiamo la nostra solidarietà e rivendichiamo il diritto per tutte a buone condizioni di lavoro e di vita. Lottiamo contro la doppia discriminazione che colpisce le donne migranti.

7.

In un sistema patriarcale e capitalista che gerarchizza il maschile e il femminile, noi siamo quelle che sono esposte al sessismo, alle discriminazione, agli stereotipi e alle violenze sul luogo di lavoro o di formazione, in strada, a casa e nelle istituzioni statali. Siamo vittime di oppressioni specifiche a causa del colore della nostra pelle, della nostra appartenenza sociale, della nostra condizione di madre o di nonne, del nostro handicap, del nostro orientamento sessuale e della nostra identità di genere.

8.

Vogliamo poter decidere liberamente della nostra sessualità e della nostra identità di genere. Esigiamo rispetto per i nostri corpi e per le nostre vite e rifiutiamo la violenza sessista e LBTIQ-fobica.

9.

Vogliamo porre fine all’impunità e alla banalizzazione delle violenze sessiste ed esigiamo un piano nazionale di prevenzione e di lotta che metta anche in atto la Convenzione di Istanbul. Le violenze sessiste e sessuali devono essere riconosciute come motivo di asilo.

10.

Vogliamo misure di protezione per le migranti che, nel loro paese d’origine, durante il percorso migratorio o qui, hanno subito o subiscono violenze psicologiche, fisiche e sessuali. Esigiamo per loro il diritto di restare.

11.

Vogliamo decidere autonomamente del nostro corpo. Vogliamo una società senza ostacoli e la necessaria assistenza per permettere alle donne con handicap di vivere liberamente. Vogliamo la gratuità dell’aborto, della contraccezione e dei trattamenti di transizione basati sull’autodeterminazione. Vogliamo la sopressione delle tasse rosa sui prodotti igienici femminili.

12.

Noi siamo quelle di cui non si parla nei libri di storia, quelle che appaiono solo marginalmente in uno spazio pubblico e politico concepito da e per gli uomini, quelle che sono educate a seguire un modello stereotipato di « donna » o che sono tenute lontane dal potere.

13.

Vogliamo che la scuola, le scuole universitarie professionali, le università e gli altri centri di formazione siano un luogo di emancipazione e di educazione allo spirito critico, alla parità, al consenso, alla diversità degli orientamenti sessuali e delle identità di genere e al rispetto reciproco.

14.

Vogliamo porre fine agli stereotipi di genere nella cultura, nei media, nell’educazione e nella pubblicità. Vogliamo ridefinire lo spazio pubblico e politico per occuparvi il posto che ci spetta, cioè almeno la metà.

15.

Vogliamo lanciare un dibattito all’interno della società sul sistema economico capitalista di cui beneficia solo una minoranza, mentre la maggioranza della popolazione mondiale, e in particolare le donne, è sfruttata e vive nella miseria e il clima è in pericolo.

16.

Siamo forti così come siamo e rivendichiamo il diritto di vivere libere in una società che garantisce pari diritti a tutte, una società basata sulla solidarietà, l’uguaglianza, libera da ogni forma di violenza, in particolare quella nei confronti delle donne, e senza più femminicidi. Come le islandesi, noi diciamo « Cambiamo la società, non le donne ! ».

17.

Per questo, il 14 giugno 2019, faremo sciopero. Sciopero del lavoro retribuito, sciopero del lavoro domestico, sciopero dalla cura, sciopero nelle scuole, sciopero del consumo. Affinché il nostro lavoro sia visibile, le nostre rivendicazioni siano ascoltate e lo spazio pubblico sia di tutte* !

*ogni persona che non è un uomo cisgenere (ossia un uomo che si riconosce nel genere che gli è stato assignato alla nascita).

Scarica l’appello

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